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Musicoterapia nel miglior interesse del bambino

  • evenruud
  • 24 nov
  • Tempo di lettura: 6 min

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Viggo Krüger e Kathleen M. Murphy 2025. Child-Centred Music Therapy: Integrating Best Interest of the Child into Theory, Research, and Practice. Palgrave Macmillan. Prefazione di Andeline dos Santos. Open access:


Viggo Krüger, professore di musicoterapia presso la Grieg Academy, Università di Bergen, e Kathleen M. Murphy, professore associato di musicoterapia presso la State University of New York, hanno scritto un libro sulla musicoterapia e l’Articolo 3 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia. Con un contributo di Maren Metell (Capitolo 5), ricercatrice postdoc presso la Grieg Academy, e una prefazione di Andeline dos Santos, il libro mette chiaramente in evidenza l’importanza dei diritti dei bambini—e, non da ultimo, le implicazioni che ciò comporta per i musicoterapeuti. Secondo la prefazione degli autori, oggi esistono circa 12.000 musicoterapeuti nel mondo, e circa un terzo di essi lavora con bambini e giovani sotto i 18 anni. Ciò rende senza dubbio il tema di importanza universale all’interno della musicoterapia.


Tre forme di ingiustizia

Partendo dalla prefazione di Andeline dos Santos, l’autrice sottolinea che i bambini troppo spesso non vengono riconosciuti come soggetti conoscitivi—come portatori di conoscenza. Sono considerati poco affidabili nel riferire la propria testimonianza (ingiustizia testimoniale). Inoltre, le testimonianze dei bambini sono insufficientemente incorporate nella nostra base di conoscenza—ciò che dos Santos definisce ingiustizia ermeneutica.


Vi è poi una forma di ingiustizia epistemica radicata in una mancanza di riconoscimento. Ciò riguarda la necessità, da parte dei terapeuti, di migliorare la propria comprensione e le proprie competenze al fine di valorizzare meglio le espressioni dei bambini. L’obiettivo è conferire ai bambini una maggiore capacità d’azione, bilanciata con un adeguato supporto adulto. I bambini non devono essere semplici destinatari di interventi terapeutici ma, in collaborazione con il terapeuta, devono essere considerati co-creatori della conoscenza che dà forma al processo terapeutico.


Il migliore interesse

Krüger e Murphy stabiliscono fin dall’inizio del libro che l’Articolo 3 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia deve costituire il quadro di riferimento per il diritto dei bambini a ricevere musicoterapia quando ciò è nel loro migliore interesse. L’espressione il migliore interesse del bambino è discussa frequentemente nei capitoli seguenti—riguardo alla pianificazione, all’attuazione e alla valutazione. Tuttavia, determinare cosa costituisca il migliore interesse del bambino è complesso. Si tratta di un concetto dinamico, aperto a molteplici interpretazioni a seconda della prospettiva. Può riguardare interessi economici, obiettivi politici, circostanze individuali, fattori culturali, supporto sociale e altro ancora. Tuttavia, quando si parte dai bisogni del bambino e si promuove un approccio centrato sul bambino nei processi decisionali, gli interessi del bambino diventano la forza guida di tutte le azioni e gli interventi. Bilanciare bisogni e interessi è una delle sfide affrontate dal libro.


Articolo 3

Il lettore apprende ulteriori informazioni sull’Articolo 3, secondo cui il principio del migliore interesse del bambino è un principio fondamentale in tutte le questioni che riguardano i bambini—a livello individuale e sociale/istituzionale, nella vita familiare, nella scuola, nei sistemi di welfare e nella sanità, e non da ultimo in tutte le pratiche professionali e nella ricerca che riguardano i bambini. Tale principio implica il riconoscimento dei bambini come agenti attivi con il diritto di influenzare le politiche e le procedure che li riguardano—contribuendo così a una società equa e democratica fondata sui valori dei diritti umani.

Gli autori presentano anche il contesto storico della Convenzione—dalle prime formulazioni dei diritti dei bambini nella metà del XIX secolo, passando per la definizione del “migliore interesse del bambino” di Eglantyne Jebb (1876–1928), fino alla Dichiarazione ONU dei Diritti del Fanciullo del 1959 e alla Convenzione del 1989.


Dieci principi

È utile ripetere tali principi—riassunti brevemente in inglese:


  • Equality: Il diritto all’uguaglianza senza discriminazioni basate su razza, religione o origine nazionale.

  • Special Protection: Il diritto a una protezione speciale per lo sviluppo fisico, mentale e sociale.

  • Identity: Il diritto a un nome e a una nazionalità.

  • Basic Needs: Il diritto a un’alimentazione adeguata, alloggi e servizi medici.

  • Special Education and Treatment: Il diritto a un’educazione e a una cura speciali quando il bambino ha una disabilità fisica o mentale.

  • Love and Understanding: Il diritto a essere accolto con comprensione e amore dai genitori e dalla società.

  • Recreation and Education: Il diritto ad attività ricreative e a un’istruzione gratuita.

  • Priority in Relief: Il diritto a ricevere aiuti tra i primi in tutte le situazioni.

  • Protection from Harm: Il diritto alla protezione da ogni forma di negligenza, crudeltà e sfruttamento.

  • Spirit of Brotherhood: Il diritto a essere cresciuto nello spirito della comprensione, della tolleranza, dell’amicizia tra i popoli e della fratellanza universale.


I musicoterapeuti entrano in campo

I primi contributi esplicitamente musicoterapeutici sono apparsi nel 2012 con Invitation to Community Music Therapy di Stige e Aarø e con il progetto “The Children’s Right to Music Project” di Sandi Curtis e Guylaine Vaillancourt. Negli anni successivi, numerosi progetti—molti dei quali realizzati da musicoterapeuti norvegesi—hanno evidenziato l’importanza del radicamento dei diritti dei bambini nella Convenzione ONU.


Krüger e Murphy discutono anche l’importanza del giudizio del terapeuta, in particolare nelle riflessioni etiche necessarie per determinare ciò che realmente serve al migliore interesse del bambino. Il libro presenta critiche alla formulazione, in parte vaga, del termine “migliore interesse del bambino”. Gli autori avvertono che le interpretazioni possono essere manipolate da politici o autorità con propri obiettivi. Semplicemente invocare “il migliore interesse del bambino” rischia di diventare un gesto vuoto che non influisce sulle decisioni reali. In questo contesto, integrare i diritti dei bambini nel linguaggio e nella pratica della musicoterapia diventa essenziale.


Come tutelare i diritti dei bambini?

Il libro affronta il tema di come i musicoterapeuti possano sostenere la valutazione di ciò che è nel migliore interesse del bambino. Sono illustrati e discussi numerosi fattori. Uno riguarda la comprensione del punto di vista del bambino—e come i musicoterapeuti, attraverso la loro pratica, possano aiutare bambini e giovani a esprimere i propri pensieri e desideri riguardo alla propria situazione. La musicoterapia crea uno spazio—un luogo sicuro—in cui i giovani possono esprimersi, essere ascoltati e quindi influenzare le decisioni che li riguardano. Gli autori approfondiscono l’importanza di prestare attenzione all’identità del bambino e forniscono esempi tratti da teorie e progetti di musicoterapia. Sono sottolineate la sensibilità culturale e l’umiltà, insieme all’importanza di riconoscere le identità musicali idiosincratiche dei bambini, le identità di genere, l’etnia, i valori culturali e altro ancora.


Sezioni separate sono dedicate alla sensibilità culturale, alla famiglia e alle relazioni, all’importanza della cura, della protezione e della sicurezza, nonché alla salute e all’educazione. Sotto ciascun tema vengono presentate esperienze rilevanti di musicoterapia—molte delle quali dimostrano che la musicoterapia implica intrinsecamente pratiche centrate sul bambino e orientate ai diritti. Discussioni importanti affrontano come tutelare il migliore interesse del bambino in situazioni potenzialmente conflittuali, illustrate mediante esempi di casi costruiti che mostrano interessi contrastanti.


Prospettive socioculturali e relazionali

Il lettore viene introdotto a tradizioni rilevanti della musicoterapia, inclusi approcci orientati alle risorse e alla cultura, la community music therapy e la pratica informata sul trauma. Nella presentazione della musicoterapia nella salute mentale infantile vengono citati approcci analitici e clinici, così come esempi di musicoterapia centrata sulla famiglia. Tutti i capitoli si basano su ricerche e pratiche di musicoterapia direttamente e chiaramente collegate ai diritti dei bambini. Il quadro è ulteriormente ampliato attraverso approfondimenti provenienti dai critical childhood studies e dal pensiero postumanista.


Una varietà di contesti di pratica

Il libro presenta esempi tratti da numerosi contesti di pratica in cui gli obblighi della Convenzione sono pienamente supportati attraverso la musicoterapia. Ciò comprende varie configurazioni familiari—famiglie tradizionali, affido, adozione e collocamenti istituzionali. La musicoterapeuta Maren Metell contribuisce con un capitolo sulla musicoterapia nei contesti educativi e culturali. Si richiama anche alla Convenzione ONU del 2007 sui Diritti delle Persone con Disabilità, che garantisce ai bambini con disabilità ulteriori protezioni e il diritto di ricevere le stesse opportunità degli altri bambini. Metell mette in evidenza un tema cruciale riguardo al diritto dei bambini con disabilità ad avere opportunità musicali e un’educazione con finalità musicali (e non solo terapeutiche).


Altri ambiti di pratica discussi includono la salute mentale e il benessere, l’assistenza pediatrica per bambini, adolescenti e famiglie. Anche qui, esempi tratti dalla pratica e dalla ricerca supportano il valore degli interventi basati sulla musica o indicano aree in cui sono necessarie ulteriori ricerche. Un capitolo si concentra specificamente sugli aspetti etici della ricerca relativa al migliore interesse del bambino.


Misure riassuntive

Gli autori riassumono la musicoterapia centrata sul bambino in diversi punti chiave. Sostengono che la musicoterapia, sia nelle sue radici storiche sia nelle sue ampie pratiche, svolga un ruolo importante nel promuovere i diritti dei bambini e nell’agire in conformità con ciò che è nel loro migliore interesse. Tale musicoterapia richiede una riflessione critica su ruoli e pratiche che sfidano atteggiamenti paternalistici che possono oscurare o zittire le voci e le risorse dei bambini. Una pratica centrata sul bambino richiede la capacità di ascoltare attentamente i bisogni dei bambini e di sostenere cambiamenti sistemici che supportino i loro diritti. Gli autori sottolineano l’importanza di coinvolgere i bambini nelle situazioni in cui vengono valutati—soprattutto permettendo che il punto di vista del bambino emerga attraverso metodologie partecipative e di ricerca-azione.


Infine, un’appendice presenta un insieme di linee guida per implementare un approccio musicoterapico basato sugli interessi del bambino—il Best Interest Determination Process (BID). Vengono delineati i contributi che la musicoterapia può offrire, insieme a suggerimenti per ulteriori misure volte a promuovere questo lavoro.



 
 
 

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